Pre-ascolto di Milano – recensione #3

Proseguiamo con le recensioni dei fans presenti al pre-ascolto di Hail to the King a Milano.
Oggi diamo spazio ad Hanna!
1. Shepherd of fire non è quella che mi aspettavo, la immaginavo diversa, ma non so come. Comunque è molto bella; Arin ha molte parti di batteria, come tanti piccoli assoli, che riprendono molto l’assolo di Carry on. manca un po’ l’uso dei piatti secondo me, le chitarre si sentono, ma non spiccano come invece succede nelle canzoni degli altri album.
2. Hail To The King. Non c’entra praticamente niente con l’album. E’ un’ottimo brano, ma è molto in stile Maiden, è il meno interessante di tutti ed è quasi come l’acqua e l’olio col resto.
3. Doing time: merita. Si sente il cambiamento nella voce di Matt, più dura e ‘heavy’. E’ particolare come canzone, la batteria si sente molto ma non punta esclusivamente in velocità.
4. This Means War. ottima, tanti pezzi tipo ‘thiiiiis meeaaans waaaaaaaaaaaaaaaaar’. Non prevale particolarmente nessuno strumento, è un’ottimo frullato metal. E’ sul genere dei ‘grandi temi’ ovvero guerre epiche.
5. Requiem. E’ un grande requiem, con i cori in latino, in inglese, organo e ritmo giusto. ma sinceramente i cori in latino sono solo 2, uno all’inizio e uno alla fine, e preferivo che ce ne fosse uno anche in mezzo. Però è un requiem strano, nel loro stile, non è il solito. E’ la canzone che ci vuole al posto giusto e al momento giusto, completa l’album. un po’ come Save Me in Nightmare, se non ci fosse, non sarebbe la stessa cosa.
Nel complesso è un ottimo album e credo punti completamente sulla batteria e sulla presenza di chitarre molto in stile heavy metal, anche se mancano all’appello Crimson Day, Heretic, Coming Home, Planets e Acid Rain, per le quali ho grandi aspettative dopo questo prelistening. Riesce a non essere mainstream o verso il commerciale anche se ha uno stile più classico, non è qualcosa di ‘già visto’ perchè ha influenze da molti gruppi.

giada

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