Alternative Press intervista gli Avenged Sevenfold

In occasione della comparsa della band sulla copertina del numero estivo della rivista Alternative Press, la stessa ha intervistato M Shadows e noi abbiamo tradotto l’intervista per voi. Eccola qui di seguito.

 

GLI AVENGED SEVENFOLD NON HANNO PAURA

Gli Avenged Sevenfold appaiono sulla copertina del numero estivo 2023  di Alternative Press. Acquistane una copia qui e vai all’AP Shop per il vinile in edizione limitata di Life Is But A Dream…

Sono passati sette anni dall’ultimo album in studio degli Avenged Sevenfold. Ma con il nuovo disco, Life Is But A Dream…, la band ha dimostrato che la grande arte vale sempre l’attesa. Ispirato a “Lo straniero” di Albert Camus, al desiderio di rischiare e alla loro sfrenata immaginazione, i fan si ritroveranno di fronte a un viaggio avvincente. Per entrare nel vivo del progetto, il leader della band M. Shadows si è messo in contatto con il suo buon amico Joel Madden per discutere della sua creazione, anche se il duo ha finito per approfondire una conversazione sulle proprie filosofie e sulla libertà di espressione.

Lungo il percorso, Shadows approfondisce il più ampio significato del singolo “Nobody,” si avvale del designer Wes Lang (The Grateful Dead, Kanye West) per la copertina dell’album e abbraccia la possibilità di fallire per l’amore dell’arte.

Il nuovo disco è il migliore. È artisticamente ambizioso e include tutti gli elementi degli Avenged Sevenfold che adoro, ma ha anche questo sound moderno che non ho idea di come descrivere. Quindi prima di parlare del nuovo album, gli Avenged Sevenfold sono una delle poche band che al momento non si possono considerare datate. Se guardiamo dietro le quinte, siete ancori gli stessi ragazzi che fanno i dischi come vogliono loro e vanno in tour. 

In parte lo credo anch’io ma ci sono parti della fanbase che sono molto legate a delle epoche della band. Penso anche che siano molte persone a cui non piaceva necessariamente la band in quelle epoche. Se si considerano entrambe le opinioni, entrambe datano la band in un modo che non mi piace, perché in quanto esseri umani andiamo avanti, cresciamo, proviamo cose nuove.

Scriviamo anche con una sensibilità moderna. Quindi non è il massimo quando qualcuno vuole che tu sia qualcosa che eri quando avevi 20 anni. Sono cose difficili da superare. Devi essere grato per quello che hai e andare avanti per la tua strada, poi farai in modo che la gente ci creda o meno. Ci vuole molto affinché una band rimanga in testa a molte persone, perché l’economia del tempo ad oggi è davvero folle, con tutte le cose che si possono fare oltre a seguire una band.

La cosa positiva della radio e di MTV era che il fatto che ci fosse molta cura delle cose, che si proponesse solo il meglio. In altre parole, vi mostreremo queste cose e dovrete sentirle un po’ di volte alla radio. Penso che alle persone farebbe bene essere più esposte. Al momento si ha tutto a portata di mano ed è troppo difficile orientarsi. Sono uno di quelli che è entusiasta del futuro. È come se ora non ci fossero regole e si potesse fare quello che si vuole. La popolarità non si guadagna per qualsiasi cosa. In effetti, è probabile che non se ne ottenga molta e va bene così. Continuare a provare e a fare cose dona molta libertà.

Gli Avenged Sevenfold si spingono oltre i confini di ciò che significa essere una band metal e rock. È interessante, perché come diavolo ha fatto una band che all’inizio era essenzialmente una band hardcore di Orange County a raggiungere il livello che avete raggiunto voi? Avevate una visione e l’avete resa reale. Ogni album è speciale. I fan vogliono di nuovo quel disco e voi dite:No, ora facciamo questo.”

Più la band cresce e più ogni album è un passo spaventoso. Perché è come dire, “Ok, ora siamo qui. Lo rifacciamo?” Non saremmo nemmeno in grado di scrivere di nuovo quei dischi. All’epoca erano il passo che la gente non voleva che facessimo e per questo sono stati emozionanti.

Quasi inconsapevoli. Siete degli artisti.

Se vedi un’opera d’arte o guardi un film o qualcosa ti colpisce davvero, vuoi catturarlo in forma di audio in qualche modo ed è allora che ottieni queste transizioni folli o i cambi di tonalità o qualcosa che si evolve. Per me si tratta di immaginazione. Devi immaginare che accada qualcosa di drastico o ti ritroverai come chiuso in una scatola. Bisogna attingere da ogni parte.

Poi, dal punto di vista culture abbiamo coinvolto Wes Lang nella realizzazione delle opere d’arte di questo disco o per ridefinire il significato di stop-motion, come nel video di “Nobody”. Non per farlo sembrare come negli anni ’90, ma dov’è lo stop-motion oggi? Dopo aver visto il nuovo film di Pinocchio, ho chiamato Chris Hopewell e lui mi ha detto: “Posso farlo”. Non voglio vedere un 41enne che saltella in giro per un magazzino. Le idee sono così grandiose che non credo sia possibile realizzarle con i budget musicali di oggi, a meno che non si faccia qualcosa come lo stop-motion.

Si tratta di essere creativi, di capire come trasmettere la propria visione e di come ridurre le perdite. Mettiamo tutti i soldi in un video invece di dividerli in tre. Devi fare le tue scelte e vivere con le conseguenze. Falliremo molte più volte di quante avremo successo. Ma a quel punto ciò che hai realizzato è là fuori nel mondo, lascia che faccia ciò che deve. Perché se viene dal posto giusto, allora non devi avere paura.

Penso che questa consapevolezza si acquisisca con il tempo, dopo una lunga carriera come quella che avete avuto voi. Siete ancora tutti lì ed è interessante, perché si incontrano anche persone che non si evolvono. È come se fossero bloccate in un’epoca in cui forse erano all’apice del successo e sembra non vogliano lasciarla. 

C’è un termine che si chiama “catturare il pubblico”. Diciamo ad esempio che una persona sia molto di destra o di sinistra. Quando la tua identità si basa su un certo tipo di ideale e si ottengono tanti seguaci, è molto difficile. Bisogna essere molto forti per apprendere più informazioni e cambiare idea quando si è consapevoli che tutto ciò che si è costruito riguarda questo tipo di cose.

Penso che lo facciano anche le band. Catturano il pubblico. Quest’ultimo in qualche modo diventa abbastanza grande da bloccarti nel fango, a meno che tu non sia disposto ad andare in guerra con tutti, inclusi i tuoi fan, per i tuoi ideali. Devi farlo costantemente perché poi ci sarà un gruppo di persone che amerà la cosa successiva che hai fatto e poi tutti ne vorranno ancora. Allora dovrai respingerli di nuovo e andare oltre. Per cui ti ritrovi costantemente in questo tira e molla.

Sono i fan a spingerti verso ciò che pensano di volere a causa di ciò che hai fatto in precedenza e tu rispondi:No, fidatevi. È questo quello che volete”. 

E non l’avreste mai capito se prima non avessi allontanato queste persone [ride].

Come fan, non vorrei un disco per cui l’artista non sanguina e lo sento anche per il nuovo album. Mi sembra che moriate dalla voglia di uscire dalla gabbia per fare qualcosa che amate. Penso che ci siate riusciti. L’impegno nel tempo equivale a risultati. I risultati saranno quelli che saranno e allora ci si impegnerà di più.

Qualunque cosa si faccia, bisogna godersi il viaggio. Perché anche se si è gli Avenged Sevenfold, c’è una montagna più alta. Anche se sei i metallica Metallica, se vuoi essere gli  U2 e i Rolling Stones.

Vorrai sempre arrampicarti più in alto. 

C’è sempre qualcosa. Ma la lezione è che la destinazione non arriva mai. Devi goderti ciò che stai facendo.

Dovrei ricordamelo più spesso. Sono sempre preso dalla mia prossima destinazione. 

È così per tutti. Ma bisogna sedersi e osservare ciò che sta realmente accadendo, invece di dire: “Ok, da dove vengo?” È tutta una questione di consapevolezza. È per questo che si medita o che si osservano i propri pensieri.

Tu mediti?

Pratico la mindfulness, altrimenti non ci sarei mai arrivato. Ci si ritrova in una vita frenetica e si pensa che ci sia sempre un posto più in alto a cui ambire.

Come se ilqui” non fosse abbastanza e dovessi andare lì. 

“Qui” va abbastanza bene. Un aspetto di questa band che credo sia stato grandioso per noi di recente è che tutti hanno la mentalità del “se dobbiamo essere in studio, voglio esserci”. Non ci andiamo nei giorni in cui non ci va di andarci. È bello mettersi delle piccole barriere e dire: “Ok, lo faremo.” Ma allo stesso tempo, bisogna fare le cose che si vogliono fare, impegnarsi davvero ed essere più felici, oppure andare a fare qualcos’altro.

Devi voler davvero essere lì. La maggior parte delle persone non ha l’opportunità di vivere in questo modo perché, molte volte, credo che le persone rimangano intrappolate nella spirale di lavori che non amano veramente. Come dire, “Oh, dovrei fare solo le cose in cui credo davvero. Farò un lavoro migliore”.

Questa mentalità si è diffusa anche negli Avenged. Sta riportando tutto al modo in cui pensiamo dovrebbe essere, ovvero: “Perché si pubblica un disco?” Beh, si pubblica un disco perché si deve, cioè io ho l’arte dentro di me. Devo tirarla fuori, e ora cosa ne faccio? L’industria musicale ha trasformato tutto in: “Quando uscirà il tuo prossimo disco?” Beh, forse non ne ho uno. Bisogna tornare a dire: “Devo pubblicare questo disco. È così importante per me. Ho tutte queste idee e sto scoppiando”. Ok, ora che è pronto, cosa facciamo? Come lo facciamo arrivare alla gente? Poi, all’improvviso, diventa: “Beh, cosa stiamo facendo davvero?”. Si ottiene una versione molto semplificata.

La cosa si ripercuote anche sui fan, perché si è arrivati al punto in cui i fan preferirebbero ricevere solo schifezze. Come si fa a classificare la musica? Secondo me bisognerebbe rimettere tutto in discussione. A cominciare dalle band in una posizione come la nostra che possono aprire la strada e dire: “Pubblicheremo i dischi che vogliamo pubblicare. Li pubblicheremo nel modo in cui vogliamo. Andremo in tour come vogliamo”. Non è niente di offensivo. Si tratta semplicemente di mantenersi sani di mente e di fare le cose in nome dell’arte, non in nome di un’uscita più rapida.

Hai fatto fare a Wes la grafica dell’album. Sapendo quello che so di Wes, non fa nulla che non voglia fare, anche se sei il suo migliore amico. È per questo che la gente ama la sua arte. Per me è come il Basquiat del rock ‘n’ roll country.

Quella che ha creato è una cultura senza tempo. Pensavo di riuscire a convincere Wes, ma lui ha detto di no più volte. Poi quando mi sono arreso, non gli ho parlato per un anno. Un giorno mi chiama, io gli avevo mandato delle demo del disco, e lui aveva cinque cose. Mi manda una foto e mi dice: “L’ho fatto per l’album”. Poi ha continuato a mandarmele. Li ha fatti tutti in due o tre giorni.

Wes è un grande esempio di chi fa quel che vuole. Credo che anche tu sia così, e credo che sia il motivo per cui voi andate d’accordo. Penso anche che ricevere un no da lui non ti abbia offeso. Credo che fosse qualcosa tipo: “Beh, lo voglio. Posso capire. Continuerò a provarci.”

L’ho rispettato di più. Credo ci siano un sacco di residui evoluzionistici negli esseri umani per cui tendiamo a voler essere parte del gruppo. Se ti distacchi troppo, avrai molti occhi addosso e molti giudizi. Ti senti come se fossi fuori dalla tribù, e si può notare ciò dalla musica. Ci sono alcune persone che fanno le cose a modo loro, e io rispetto immensamente questo genere di persone. Io credo che ciò causi un sacco di ansia nella società.

E’ triste da vedere, ma se si guarda indietro a 3000 anni fa e a ciò che noi conosciamo della storia umana, abbiamo sempre avuto bisogno delle tribù per sopravvivere. Ora che la tecnologia si sta evolvendo più rapidamente di quanto i nostri cervelli possano stargli al passo, noi abbiamo questi cervelli di scimmia che ci remano contro, e un sacco dipende dall’ansia sociale che ci provoca pensare con la nostra testa, mettere in discussione le cose, intraprendere un certo cammino e sapere che potremmo farlo da soli. E’ spaventoso per le persone, ma è ok, è ottimo per l’arte. E’ bello poter essere liberi e pensare ed essere interessati alle cose e provare ad avere quante più informazioni possibili su di esse e fare ciò che credi sia la scelta migliore.

Ciò che noi pubblichiamo come Avenged Sevenfold sarà dimenticato in 500, 400 anni massimo. Ma il punto è che ciò non importa davvero. Quindi mentre sei qui, cosa produrrà in te la più grande felicità? Per me, io voglio esprimere me stesso quanto più posso mentre sono qui. Sono qui per gioire di ciò che metto fuori e sentirmi come se avessi tolto un peso dal mio petto. Questo è ciò che è l’arte. Contribuisce alla conversazione. Ma fin quando essa è qui, esiste. Ora ispirerà qualcuno a fare qualcos’altro e qualcosa che sia ancora più bello e inventare qualcosa o pensare a qualcosa ma in una chiave differente. E’ così che noi umani ci innalziamo l’un sulle spalle dell’altro con il passare del tempo.

Dunque io penso che l’arte abbia un grande impatto, ma non se cercherai di opprimerla e proverai ad omologarti. C’è tanta nuova arte che mi sta ispirando. Ci sono degli album che sto ascoltando di recente che mi lasciano a bocca aperta e mi fanno pensare: “Voglio tornare in studio. Sto ascoltando cose che non avevo mai sentito prima.”

Quale è stat la tua più recente rivelazione?

I 100 Gecs. Metto su il disco 10.000 gecs e penso: “è come se il mio cervello stesse facendo i fuochi d’artificio” è così ben fatto. Da persona che crea musica, penso:” Questo non è ciò che c’è in superficie” e mi sono sentito allo stesso modo quando ho ascoltato Yeezus. Mi sono sentito allo stesso modo quando ho ascoltato Pinkerton. Tutto questo mi ha fatto venir voglia di entrarci. L’arte è una parte delle discussioni umane e della nostra evoluzione.

Le persone ascolteranno la musica di uno specifico periodo, e saranno più capaci di capire la moda, il modo in cui le persone parlavano, il modo in cui le persone interagivano l’un l’altra e quali problemi erano importanti. E’ come una capsula temporale.

E’ una capsula temporale. Abbiamo pianisti e compositori di un determinato secolo che sono al limite adesso. Sono chiaramente importanti per la musica moderna, ma prima di quello, non lo erano così tanto. Io credo che sono ruoli che continueranno a scorrere col tempo. Ma sono tutte importanti pietre miliari. Questo è l’aspetto più bello dell’arte. E’ importante essere te stesso. Hai una sola opportunità, ed è ok anche fallire ogni volta. Finchè fai qualcosa e ti senti bene facendola, è ok. Nessuno si sente così bene con sé stesso da poterti giudicare.

Questa è la menzogna che vediamo sui social media. Siamo tutti incasinati in qualche modo. Io penso che le persone ammirino gli artisti perché ci presentiamo bene in un modo o nell’altro, ma c’è tanto altro. Ma l’altra faccia della medaglia è che ci sono persone che non hanno imparato che questi sono muscoli che noi impariamo ad esprimere, di avere la confidenza di vestirci come vogliamo ed essere chi vogliamo. Ci sono persone che non sono mai uscite dai loro gusci e non hanno mai espresso se stesse. Diamo la libera espressione per scontato a volte.

Un’altra bugia è che iniziamo tutti con le stesse carte. C’è la genetica, un passato duro, una dibattito più grande sul libero arbitrio e c’è un dibattito più grande sulle cose che si provano. Se hai la necessità di fare qualcosa che è considerata sbagliata, tu devi essere in grado di perdonarti e lavorare su queste cose e farlo in un modo in cui realizzi che le carte che ti erano state date non erano le stesse che erano state date a me. Le persone e i social media lo metteranno in una luce in cui: “Eh, sei solo terribile”. Secondo me non esiste nessun terribile. Esistono le circostanze, ed esiste il metterti nei pani degli altri e provare ad avere empatia verso il modo di fare delle persone. Se non hai l’ambizione di andare a fare qualcosa, hai bisogno di perdonare prima te stesso, capire che sei quel che sei, e trovare le cose che ti rendono felice.

Ogni singolo individuo ha il suo potenziale. Trovare qualcosa che ti piace è spesso correlata al tuo talento. Come esseri umani, noi tendiamo a voler essere più produttivi, quindi troveremo un modo per essere produttivi.

Noi vogliamo essere produttivi. Ciò non significa che tu non devi lavorare per te stesso, ma il fatto è che abbiamo messo in piedi un sistema che è abbastanza tossico per ciò che noi consideriamo un successo. Le persone che sono in cima, non si vedono in cima, c’è sempre un livello successivo. Un sacco di loro sono miserabili. Alla fine della giornata dobbiamo creare il nostro scopo. Ci sono un sacco di filosofi che dicono che non c’è alcun scopo, e ciò è deprimente per alcune persone. Ma ci sono anche delle persone che la pensano tipo:” non c’è nessuno scopo, ma se trovi qualcosa che ti piace e trovi gioia in essa, allora quella è il tuo scopo. Vai verso di essa.”

Stavo facendo tre lavori mentre stavo provando a farcela, e lo facevo felicemente perché ciò stava alimentando il fatto che nella mia vita avrei potuto creare questa band. Abbiamo dovuto finanziare la nostra vita e far nascere la band. E’ stata davvero dura. Ma lo adoravamo perché avevamo un sogno- e il sogno era ciò che ci rendeva felici.

Penso anche che le persone abbiano bisogno di trovare i loro sogni, a tutte le persone vengono date carte differenti, e non saremo mai capaci di metterci nei panni di tutti. Possiamo solo parlare di cose che sono valide per noi ed essere empatici verso le situazioni che le altre persone si trovano ad affrontare. Ecco perché l’empatia è una chiave per gli umani. Cosa mi ha portato a pensarla così? Beh, ho letto tanti libri, ho iniziato a meditare anni fa e, odio questo aspetto, la psichedelia.

Credo che i funghi cambieranno il mondo. Fanno qualcosa al tuo cervello che viene percepito come d’aiuto. C’è un libro o due che pensi ti abbiano davvero aperto la mente?

Avrei davvero voluto avere un fondamento scientifico perché è lì che il mio cervello va all’istante. C’è un libro di Brian Greene chiamato “Fino alla fine dei tempi” che spiega tutto ciò che noi conosciamo dal Big Bang fino a dove siamo e dove in futuro andremo a finire. E’ incentrato sulla filosofia dello straniero di Albert Camus. Non c’è nessuno scopo nella vita. Una volta che lo realizzi, lì avrai sbloccato tutte le porte perché potrai fare ciò che vuoi. Io non credo che ci vengano impartite delle morali da un essere superiore. Io credo che le persone siano intrinsecamente buone e non ho bisogno di qualcuno che mi dica cosa è giusto e cosa no. Posso capirlo direttamente dal modo in cui vorrei essere trattato.

Credi che sia la natura. Quindi non sei molto religioso?

Non sono affatto religioso. Ma trovo la bellezza nel non avere uno scopo. Ho trovato un sacco di positività nel non avere uno scopo perché credo che sia la libertà più assoluta. Non voglio che mi venga detto ciò che deve accadere. Voglio avere il mio percorso. E per me sono tutte le cose semplici in cui ritorniamo. Sono tutte le cose che la religione ti insegnerebbe. E’ l’amore, è la mia famiglia, è l’empatia. E’ cercare di andare oltre le conversazioni umane. Ma la differenza sta nel fatto che l’unico motivo per cui conta è perché mentre sei qui non ti piace vedere la sofferenza. Io credo che se guardi avanti a 5 bilioni di anni, a quando la terra verrà spazzata via, io credo che nulla saprà mai che sei stato qui, non importa.

Penso di essere abbastanza spirituale, tendente alla religiosità. Sono certamente una persona di Dio, ma non ho una vera e propria opinione sulla filosofia di chiunque altro. Credo che noi facciamo delle scelte, ma come mi sento è come mi sento io. Ho sempre saputo tu fossi un uomo di scienza, ma credo che sia una filosofia davvero interessante.

Io guardo alle profondità della storia. Ma prendiamo come esempio il Big Bang. La mia domanda sarebbe (su questo fenomeno) a che punto Dio ha iniziato a farci caso o a interessarsene? Quando vuoi scoprire che ciò che provi è la verità leggi quanto più puoi su quell’argomento, c’è uno shock nel sistema, che mi fa pensare che è qualcosa di evolutivo perché ci sono pochissime cose che ti faranno venire la pelle d’oca. Il giorno in cui ho capito che Dio non è una opinione plausibile per me, il mio corpo ha iniziato a tremare per il timore. E so che quello è il momento in cui molte persone pensano: “Ok, ritorno sui miei passi.”

Sono diverso. Credo che una parte di me sia sollevata dalla grandezza di Dio a cui io non devo rispondere. Credo che ci sia qualcosa a riguardo che placa la mia mente e mi preserva dal cadere in una spirale di pensieri. Non credo sarei capace di gestirlo.

Un sacco della filosofia in cui credo afferma che non c’è nessun tu. E’ proprio questo di cui parla “Nobody”- non c’è nessun “tu”. Il singolo è un tutt’uno con l’universo, ma a quel punto, sei un oceano. Quindi quando ho fatto uso di 5-meo-dmt, era perché il suo scopo è di annullarti. E’ la morte dell’ego ed è davvero spaventosa, ma una cosa a cui mi ha condotto è stata il mio amico Jeremiah, che è diventato molto religioso di recente. Beviamo whiskey insieme e discutiamo.

Credo che ciascuno di noi stia avendo la sua esperienza. Ognuno di noi sta vivendo la vita che era destinato a vivere. Amo quando qualcuno si sente libero di dirmi in cosa crede senza il timore di sentirsi giudicato.

Quando ho assunto questa 5-meo-dmt, che è nota anche come la “molecola di Dio”, ti perdi completamente. Non esisti più quando sei sotto il suo effetto. E quando ritorni in te non sei nemmeno più capace di parlare. Ma il giorno dopo ho incontrato Jeremiah e gli ho detto: “hai sempre avuto ragione. Lui esiste.” E lo ho abbracciato perché in quel momento ho realizzato che nient’altro importava. Ciò in cui lui credeva e quello che io avevo vissuto erano la stessa cosa. Lui gli dà un nome, ed io ero un tutt’uno con l’universo e con ogni essere umano che fino a quel momento era esistito.

Quando ascolti “nobody” i versi: “I’m a God, I’m awake/I’m the one in everything” (= sono un dio, sono sveglio, sono colui che si trova in tutte le cose) si riferiscono a queste parole, e cambio quello che pensi possano significare. Io non credo di essere lì su a prendere decisioni (al posto di dio, ndr). Mi sono solo sentito come se lo fossi. C’è un vecchio detto Buddhista che dice: “l’illuminazione avviene quando un’onda realizza di essere l’oceano intero.” E’ quando realizzi di essere un tutt’uno con ciò che ti circonda, e tu fluisci e scorri. Quando io ho realizzato ciò, ho capito che Jeremiah aveva sempre avuto ragione. Ciò in cui lui crede e lo guida nel cammino della vita, ciò che lui chiama Dio, è solo un cavillo. E’ tutto la stessa cosa. E’ stato un modo molto interessante di ritornare alla realtà.

Questa era l’intervista di Alternative Press a M Shadows, qui di seguito lasciamo il link all’originale: https://www.altpress.com/avenged-sevenfold-life-is-but-a-dream-interview/

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