Matt: Quando abbiamo creato The Stage, avevamo già circa sette canzoni, ci serviva qualcosa che cogliesse il concept di ‘The Stage’ e fosse più groove. Avevamo tipo tre canzoni diverse su cui lavorare e le abbiamo fuse insieme, sembrava bello: l’intro, il corpo ed il bridge.
(Intro)
L’inizio del disco doveva essere come l’inizio di un film ed è stato più difficile da realizzare di quanto pensassimo, non c’è un pulsante che ti permette di legare tutto in maniera armonica. Ed è interessante vedere quante tracce individuali abbiamo realizzato per creare questa canzone.
In studio abbiamo davvero pressato Brooks su questo intro di batteria. Volevamo che la sensazione fosse di una macchina che si costruisce dalle basi. L’ha registrata in una sola ripresa. E’ stato grande. Mi ricordo di questa parte, finalmente aveva finito e aveva tutto pronto. E lo sguardo sul suo volto… Era tipo – vuoi che prolunghi quella parte su questo nuovo ritmo che sto facendo sui tamburi?
E succedevano davvero tantissime cose contemporaneamente ma è stato davvero bravissimo.
(Guitars)
C’è qualcosa che vuoi dire sulla parte di chitarra?
Brian: Sì, penso che il riff sia fantastico, soprattutto come supporto armonico alla parte vocale.
Un MI bemolle minore che passa quasi ad un MI bemolle maggiore sulla corda ma è usato in due maniere diverse.
(Vocal Melodies)
Matt: La cosa interessante su quando abbiamo realizzato questa melodia vocale è che non ci abbiamo messo molto, abbiamo cercato di non pensarci troppo, ci siamo andati in maniera molto aggressiva e tac, fatto. Veloce e facile.
Brian: Ci pensavamo su in quel momento ma in pratica va dal cantato tradizionale a qualcosa che potremmo definire post-moderno
Matt: Vedi queste tracce. Ho passato quasi sei ore in studio a registrarle ancora e ancora. Le demo sono così facili, le realizzi quasi al primo colpo e poi quando la registri sul serio invece, ricordo la frustrazione e dicevo: Non è credibile, non mi piace, rifacciamo, no, no…. –
(Chorus)
Parliamo un po’ del coro, prima abbiamo creato un pre-coro.
Brian: Sì, siamo rimasti sulla stessa chiave ma è come l’inizio di qualcosa in evoluzione quindi ha una sua propria tonalità.
Matt: Ti fa provare qualcosa. E’ come – okay, sta succedendo qualcosa, praticamente imposta la scena per quello che farà il ritornello, originariamente il coro era stato scritto al piano ma è difficile dare rilevanza agli accordi quando c’è il distorsore sopra quindi quello che hai fatto è dare spazio agli accordi, in modo da farli sentire meglio.
E sopra tutto questo poi abbiamo gli strumenti e questa è una di quelle cose che ci portiamo dai vecchi lavori ma allo stesso tempo è una cosa nuova, abbiamo il duello di chitarre nel coro.
(Bridge)
Parliamo anche del bridge perché davvero poteva praticamente essere una canzone autonoma. La prima parte è un solo microfono che poi cambia a metà.
Quello che mi piace è che, si tende sempre a smontare molte tracce ma, qui puoi sentire ogni piccolo dettaglio perché della mia voce non è stato modificato niente, tutto il vibrato è stato mantenuto intatto il che è forte.
Brian: E’ bello. Vedi qua i pezzi sono contrassegnati. Audio Kitchen, sono degli ottimi amplificatori quelli usati qui, quanto gli Hellwin.
Matt: Questa è la mia parte preferita, un po’ dark, mi piace il cambio di tono.
Perché di nuovo le note forti arriveranno e quasi ti toglieranno dal, come dire, sentimento, e questi accordi che continuano accentuano tutto.
Se la senti cosi sembra una canzone totalmente diversa.
Brian: la miglior ballad che abbiamo mai scritto
Matt: Beh, se non puoi suonare una canzone solo con la chitarra acustica e cantando allora non è una buona canzone.
Brian: Ecco prova a suonare questo in acustico
Matt: Uh, prima degli effetti, solo la risata!
Mi ricordo che questa parte c’ha dato molti problemi, come la parte finale della seconda canzone, realizzare lo shift di ritorno al coro è stato complicato.
Brian: Urla
Matt: Solo Urla. E cosa abbiamo qui…Ed eccoci qua a fare bellissima musica!
(Outro)
Ed eccoci alla parte finale e per me la parte centrale e pure gli accordi sono, non western
Brian: Sono spagnoli, sono super spagnoli
Matt: Spagnoleggianti, si. E volevamo accentuare questa cosa quindi ci abbiamo messo tutto con le due chitarre. E’ interessante perché se ascolti questo pezzo in studio si distinguono tutti i rumori delle corde, davvero autentico.
Brian: Il suono della chitarra è davvero bizzarro avevamo gli hellwins durante la registrazione e abbiamo fatto di tutto perché il suono venisse fuori il più pulito possibile, è proprio unico, organico ma moderno, un po’ strano.
Matt: E’ forte. Abbiamo fatto un cd sull’intelligenza artificiale ma siamo ancora umani e creiamo un cd umano e questa è una canzone umana. Niente strani effetti, è molto simile.
Brian: Davvero organica
Matt: Buona abbastanza per una nomination. Buona abbastanza per una nomination ai Grammy ma non abbastanza per vincere