(Verses)
Matt: Guarda questi versi.
Questo è quello che chiamiamo ‘DumDum Riff’ ma è pura energia, penso che la chitarra si possa usare si come uno strumento musicale ma anche come forza trainante, è una forza della natura. E quello che il bridge riesce a fare perfettamente è senza dubbio farti desiderare di battere la testa contro un muro.
(Bridge)
Zacky: Sì lo usa come un elemento percussivo
Matt: Si tratta di impatto non musicalità e qui tutto si unisce.
Zacky: Questa chitarra ritmica è la cosa più bella da sentire.
Probabilmente è la parte migliore della canzone, questo testo
‘Die – Die again – die’
Penso che non avevamo davvero più parole e l’abbiamo detto due volte “Die e poi Die Again.”
Matt: Ed è diventato davvero divertente, quindi l’abbiamo dovuto lasciare
C’era Jimmy che prendeva in giro questa parte del testo e quando hai cinque persone che lo trovavano esilarante lo tieni.
Zacky: E’ troppo divertente
Matt: E’ un po’ come quando ha detto ‘Skull’ in Save me. Perché l’ha detto, non aveva alcun senso ma dovevi lasciarlo.
Zacky: Questo rimarrà il mio preferito in assoluto. ‘Die!’
Questo è l’easter eggs dell’album.
Matt: Penso che alcune delle nostre canzoni più belle sono nate pensando prima all’energia e poi aggiungendo la musicalità, c’è il riff e l’energia e solo dopo tutto il resto che aggiungiamo per renderlo più orecchiabile.
Se crei prima la musica e poi cerchi di renderlo più heavy non hai lo stesso buon risultato.
Zacky: Hai ragione, si tratta di dinamiche.
(Piano)
M: Penso che questa si la piccola variazione che abbiamo inserito nella canzone, ovvero la parte di piano per evitare di ricadere nel banale e passare direttamente al coro. Dovevamo fare qualcosa di speciale.
Matt: Sono molto orgoglioso di questa canzone proprio per le varie transizioni che ha, la mantiene interessante, non è del tutto ‘schizofrenica’ in stile SOAD, le parti sono più lunghe, c’è molta profondità, molte parti belle che non annoiano, anche se le prendi singolarmente.
Zacky: Si c’è molta coesione, tutto funziona bene insieme
Matt: Vuoi dire qualcosa riguardo all’assolo di chitarra, perché devo dire che è proprio figo.
(Guitar Solo)
Zacky: Sì, torna un po’ su quelle note creepy, mi ricordo quando Syn la stava registrando e tutto doveva essere perfetto in questo album e lui dirigeva alla grande, è semplicemente il miglior chitarrista di sempre.
Tutti abbiamo messo del nostro perché sapevamo quanto fosse importante questo album sotto ogni aspetto.
Dovevamo rendergli giustizia, alla fine non sapevamo cosa sarebbe successo dopo, sarebbe potuto essere l’ultimo pezzo del puzzle. Certo potevo rendergli giustizia e dire che è stato registrato in una sola ripresa, è uno dei miei assoli preferiti si amalgama alla canzone perfettamente. Sono felice di aver dovuto imparare tutti quei duetti.
Matt: E’ un classico, arriva dritto al punto ma non suona artificiale. E’ perfetto per la canzone. Mi piace anche il finale, il terzo ritornello, dove rallentiamo un po’.
(Third Chorus)
Zacky: Sono molto felice che l’etichetta non ce l’abbia fatto chiamare ‘Its’ your freaking Nightmare’
Matt: ‘It’s your fooky nightmare’ Ne sono contento anche io.
Penso che uno dei trucchi qui sia aver cambiato il coro, averlo rallentato, seguire differenti ritmi durante il ritornello è una cosa che ho imparato da Jimmy, la prima volta che gliel’ho sentito fare è stato in Afterlife dove il primo coro segue un certo tipo di drumming, quello successivo è diverso anche nella velocità ed anche il sentimento che trasmettono è differente. Vorrei dire a chi scrive canzoni che spesso i cori hanno la stessa melodia ma si può cambiare qualcosa e se non vuoi cambiare la melodia stessa puoi cambiare la batteria o altro e renderlo più interessante, perché la gente la ascolterà centinaia di volte e sta tutto nel renderle interessanti ad ogni ascolto.
Zacky: Ci sono questi piccoli dettagli che rendono le canzoni davvero belle e che magari la gente non capisce, questa è la parte più difficile del lavoro non limitarsi a fare le cose in maniera statica ma sono tutte le sfumature ed i diversi campi che si possono toccare. Ti può venire in maniera naturale o ci devi mettere molto impegno.
Matt: Certo, è una di quelle cose su cui ti devi concentrare e rivedere mille volte.
Cosa sto facendo, dove sto andando a parare? Cosa non funziona? E’ un processo. Questa canzone forse è stata più facile di altre perché c’è venuta naturalmente ma alcune cose sicuramente hanno avuto bisogno di molto lavoro. Avevamo i versi, i cori, il riff ed il bridge ma non puoi semplicemente mettere tutto insieme, Jimmy aveva creato delle straordinarie transizioni e Mike le ha eseguite in maniera impeccabile e ti serve tutto questo, una perfetta orchestra.