Breakdown Series #15 Bat Country 1

Johnny: In questo episodio di Breakdown parleremo di una delle migliori canzoni della nostra carriera: Bat Country

Matt: La canzone che ha cambiato tutto.

Johnny: Che ha cambiato ogni cosa, per noi. Siamo diventati dei coglioni ancora più grandi dopo questa canzone.

Matt: ‘City of Evil’ è stato un grande passo avanti stilisticamente, ha venduto la prima settimana poi ha iniziato a scendere in picchiata. C’era molta gente infastidita dal cambio di sound e abbiamo subito pensato – abbiamo fatto un errore, la gente non capisce questo nostro nuovo stile – e poi i nostri amici Benji e Joel dei Good Charlotte ci fecero esibire a TRL, dove suonammo proprio questa canzone. Quella performance ed il video che ne seguì ci catapultarono letteralmente nel mainstream; tutte le persone che ascoltavano Britney Spears ed i Backstreet Boys si trovarono a dover ascoltare anche ‘Bat Country’.
Vediamo un po’ la cosa nel dettaglio, ancora mi stupisce che una canzone come questa possa aver avuto quel successo.

(Intro)
Johnny: Non pensavo che la frase iniziale fosse registrata con un effetto

Matt: L’ho registrata attraverso una ricetrasmittente, sentiamola di nuovo.
Penso che sia la stessa cosa che abbiamo fatto alla fine di ‘Waking the Fallen’, lo slow down tape, sicuramente c’è un’opzione del genere nel Pro Tools ( Software per l’elaborazione e produzione di musica).

(Guitar riff)
Matt: All’inizio di questa canzone c’è quella parte di chitarra, mi ricordo quando l’ho scritta nella mia stanza e l’ho portata a Brian che l’ha modificata come la conosciamo adesso. Come l’avevo pensato ricordava più i Metallica.

Johnny: Jimmy mi portò la demo, quando vivevamo insieme da mia madre, dopo che c’avevate lavorato e ricordo di aver commentato: cos’è questa cosa?! Perché, era la roba più semplice che avessimo mai tirato fuori dopo ‘Waking the Fallen’ e penso che la prima canzone di questo cd fosse molto più complicata, aspetta qual è il nome…

Matt: Beast and the Harlot?

Johnny: No, allora la seconda.

Matt: Burn it down?

Johnny: Si, quella.

Matt: E’ la prima canzone che abbiamo scritto per il cd.

Johnny: Esatto, ed è davvero complicata, c’è di tutto, quindi quando poi ho sentito questa con un riff così semplice ero stupito.

Matt: C’è un po’ di punk feel qui. E Jimmy è pazzesco in questa canzone.

(Drums)
Johnny: Ci mette davvero tutta l’energia possibile con le sue abilità.

Matt: Sì, davvero non so cosa stessimo pensando quando abbiamo creato questa canzone. E’ assolutamente non convenzionale, quel riff cambia, poi evolve per entrare nel ritornello. E’ interessante, per me, uno strano modo di pensare che avevamo a quel tempo.

(Chorus)
Ah ci sono due tracce vocali, è stranissimo non ricordo di averlo fatto, però ha senso averlo fatto così. Troppo strano.

Johnny: Sembra ti stessi divertendo molto più di quanto in realtà non fosse.

Matt: Non mi stavo divertendo per niente!

Johnny: Si, mi ricordo.

Matt: Jimmy suona un beat assolutamente dance, nel ritornello

Johnny: Un po’ di boogie.

(Post – chorus)
Matt: Anche questo post – ritornello o come vogliamo chiamarlo, è poco convenzionale per una canzone come questa ma allo stesso tempo è quello che ha fatto notare la canzone.

Johnny: E’ stranissimo sentire la batteria ed il basso così perché la canzone non suona assolutamente in questo modo, è così pacifica finché non intervengono le chitarre.

Matt: Chitarre acustiche. Suona spagnoleggiante.
Quasi mi piace di più così.
Vediamo queste parti vocali.
Doveva suonare un po’ trascinato e penso siamo riusciti ad ottenere quell’effetto.

Johnny: Ci sono molte influenze, come ‘Paura e Delirio a Las Vegas’, anche nel video musicale. Ha quasi un suono liquido.