Brian: L’assolo arriva dopo il primo ritornello, una delle rare canzoni in cui succede. E l’assolo di Jimmy dopo il secondo ritornello.
Brooks: Dove molte band inseriscono l’assolo di chitarra.
Brian: Esatto ma di questo ne parleremo nel video tributo a Jimmy. Quindi, ora reintroduciamo il riff ed ecco il bridge.
(Bridge)
Ciao, bel ragazzo
(Johnny entra in scena)
Johnny: Se avete tempo, date un’occhiata qui, sono sicuro di aver suonato il riff di basso in maniera diversa rispetto alla chitarra e puoi notarlo.
Brian: Ah non mi interessa dobbiamo parlare della batteria
Brooks: Bella curiosità però, Johnny
Brian: Si lo apprezzo, Johnny, ma adesso vai via. Guarda questo, ha rovinato probabilmente la nostra migliore canzone.
Okay, guardiamo la batteria e ci sono altre texture vocali qui.
Due tracce alte.
Brooks: E’ fantastico, è come se le tue palle fossero in una morsa e i tuoi amici stringessero la leva.
Brian: Ma è proprio quello che stavamo facendo. Si fa di tutto per una perfetta traccia.
Brooks: Anche il falsetto. Ho una domanda: quanto di tutto questo era nella demo e quanto è stato un – oh, ho questa idea! – ed ha influito sull’idea originale.
Brian: Bella domanda. Questo è stato il primo cd dove la demo era al 99% uguale all’album finito. Abbiamo imparato dal lavoro sull’album precedente, da Murdock e Fred. A quel tempo avevamo canzoni incomplete, arrangiamenti a caso, non volevamo fare la stessa cosa. Quei due ci hanno insegnato molto riguardo l’arrangiamento delle canzoni e la scrittura e soprattutto che adesso stavamo creando delle melodie o comunque al 99% e quello cambiava il corso di tutte le canzoni che dovevano avere più continuità. Ironia vuole che abbiamo cercato di renderle più continue in uno dei nostri album più progressive. Siamo entrati in studio con tutti questi arrangiamenti di chitarra, l’unica cosa che non era davvero completa erano gli assoli. Jimmy ha speso mesi a lavorare sulle sue parti, iniziava a suonare ed è lì che abbiamo capito cosa significa ‘accompagnamento’.
(Comping)
Ed è quello che facciamo anche con te, perchè con i grandi batteristi puoi suonare interi passaggi perché sai dove stai andando a parare, non ti serve realizzare piccoli pezzetti come facevo sempre a quel tempo. Se fai un intero passaggio poi puoi scegliere le parti che ti piacciono di più e unirle.
Brooks: Anche a me non piace suonare a pezzetti, preferisco fare delle intere esecuzioni e poi unirle a blocchi
Brian: Certo, da più continuità
Brooks: Un’altra nota positiva è che puoi suonare la stessa parte cinque volte e sono cinque versioni diverse, non puoi suonare due battute, poi il resto e aspettarti che suonino bene. Quando ho scoperto il ‘comping’ è stata la svolta.
Brian: Questa è la differenza tra un amatore ed un professionista. Non ti sentire a disagio, andiamo avanti.
(Outro)
Brian: Ecco il ritornello finale. Qui c’è una modulazione, praticamente un cambio di tonalità. Quando l’ha sentito mio padre per la prima volta ha commentato ‘perché avete scelto questo cambio di tonalità?’
Lui è veramente un musicista esperto, sa molto di modulazioni e cose del genere e disse ‘ E’ davvero una scelta brillante come vi è venuta in mente?!’ E a noi sembrava suonasse malissimo ma in effetti ci sembrava meglio passare da quel tono all’outro, che è uguale all’intro. Quindi abbiamo pensato di partire da metà del ritornello e modularlo sul tono dell’outro e abbiamo pensato che non era il massimo ma le band fanno cambi di tonalità e questo era il nostro. Si collega con grande continuità all’outro e poi… ecco l’intro che si ripete. Geniale eh?!