42° episodio di Drinks With Johnny con ospite il cantante e cantautore Frank Turner 

Nella quarantaduesima puntata di Drinks With Johnny, troviamo come ospite il cantautore britannico Frank Turner, che il 31 luglio 2020 ha rilasciato un singolo assieme ai NOFX, intitolato Weast Coast VS. Wessex.

La conversazione via webcam incomincia con il nostro JC che chiede a Frank come siano andate e vadano tutt’ora le cose a Londra, in termini di coronavirus e situazione generale dovuta alle restrizioni. Ovviamente, Frank ammette che questo sia un anno molto strano e che, tutto ciò che è accaduto nei mesi precedenti (come ad esempio il fatto che, ad un certo punto, i supermercati che non avessero più abbastanza cibo e scorte di beni di prima necessità per tutti), sia stati un grande incubo che nessuno pensava di ritrovarsi a vivere. Comunque, ha sempre cercato di tenersi impegnato, suonando moltissimi show per raccogliere fondi da devolvere in beneficienza a tutte quelle categorie di lavoratori che sono rimaste senza un reddito in questi tempi difficili. In particolare, coloro che voleva aiutare con i soldi raccolti erano persone coinvolte nell’ambito musicale e che, visto che i concerti sono stati annullati, non hanno più avuto nulla da fare. A Frank è anche stato proposto di aprire il primo vero e proprio concerto di fronte al pubblico dopo la fine dell’emergenza, e chiaramente ha raccontato di essersi emozionato per ogni piccola cosa, visto che esibirsi davanti a persone vere è ben diverso da farlo davanti ad un laptop o ad uno smartphone. Comunque, il problema persiste perché l’economia è quello che è e, nel tenere aperto un locale per far assistere ad uno show solo un numero limitatissimo di persone, si perdono più soldi di quelli che si guadagnano, poiché servono sempre strumentazione e personale, ma se non si vendono abbastanza biglietti non si recupera quello che si investe, ed è un disastro. Johnny annuisce convinto, dicendo infatti che lui e i suoi band mates comprendono bene il bisogno dei fan di vedere pubblicato qualcosa di nuovo da parte degli A7X, tuttavia in queste condizioni è fin troppo difficile lavorare. Frank aggiunge che, per fortuna, lì in UK il governo ha deciso di stanziare dei fondi per finanziare proprio i locali e più in generale tutte queste persone coinvolte nell’intrattenimento e nel mondo degli eventi che ora sono rimaste senza lavoro ma, come fa notare il cantautore, giustamente, “il diavolo si annida nei dettagli”, e dunque bisognerà vedere anche come verranno distribuiti questi soldi. Il nostro bassista chiede all’altro che cosa pensi degli show che in Europa qualcuno sta provando a mettere su, piantando tavoli e sedie e roba simile all’aperto di fronte ad un palco enorme per incoraggiare il distanziamento sociale ma fare comunque musica live. Frank ammette di avere un problema etico con questa faccenda, perché fanno finta che tutto vada bene e che i concerti siano uguali a prima, anche se non è vero. Ed ha un grosso problema anche col fatto che vengano venduti biglietti per festival europei dalla prossima primavera alla prossima estate, fingendo che tutto sarà uguale al passato, quando è chiaro che non potranno più esserci così tante persone ammassate. O meglio, nulla è certo, perché a fine 2019 nessuno si sarebbe mai aspettato di trovarsi in questa situazione oggi, quindi tutto può succedere, soprattutto se è vero che c’è un nuovo vaccino che ribalterà le sorti del gioco. Però, pare impossibile che tutto si aggiusti tanto facilmente. JC concorda, aggiungendo però che sarebbe ben felice di scoprire che il suo è solo pessimismo e che si sbaglia. Scherzando (ma neanche troppo), Frank dice che spesso la gente va da lui a parlargli di quanto senta la mancanza della musica live, e lui non può far altro che restare tipo, Hey, tu hai il coraggio di parlare di quanto ti manca? Per me la musica live è il modo che ho di pagare le mie bollette, oltre che ciò che ho fatto ogni giorno per oltre due decenni!

Johnny si ritrova anche su questo punto, ed è ben contento di fare questa conversazione con un collega, perché tutti sentono la mancanza e la comunicano, ma la verità è che nessuno sa davvero come e quando tutto tornerà alla normalità. Pensano anzi che i concerti saranno l’ultima cosa che tornerà come prima.

Frank fa anche giustamente notare che avere un’attitudine Punk o ispirata a movimenti del secolo scorso può essere cool, ma non quando si tratta di salute pubblica; andare contro al governo è una cosa, andare contro alle leggi che il governo mette per tutelare le persone, è tutt’altro. È una questione di considerazione per gli esseri umani.

Racconta poi che, quando ha potuto fare quel concerto live poco tempo fa, era solo sul palco con la sua chitarra e gli è stato detto che una delle regole era che il pubblico non cantasse e si tenesse in faccia delle protezioni. Questo lo ha lasciato interdetto, perché il senso dei suoi show è abbattere certe barriere e lasciare che la gente canti assieme a lui ma, soprattutto, sarebbe stato compito suo dire alle persone di tacere, nel caso qualcuno avesse provato a cantare? Non ha rifiutato di fare quel concerto solo perché è convinto che chi fa parte dell’industria della musica debba cogliere tutte le opportunità e tentare cose nuove, senza dire no a prescindere.

Recentemente, Frank ha avuto modo di suonare virtualmente con Bruce Springsteen in occasione di un progetto realizzato per onorare Joe Strummer. Frank collabora spesso con l’organizzazione dedicata a Joe, fu iniziata dalla famiglia del defunto artista ed ora è portata avanti da degli amici di vecchia data di Frank, che quindi lo coinvolgono spesso (tant’è che, ogni anno, va in Sierra Leone per portare avanti un altro progetto di questa fondazione). Quindi lo hanno chiamato e gli hanno semplicemente chiesto se volesse prendere parte a “A Song  for Joe” e lui ha detto subito di sì e si è preparato una cover. Solo poi, quando gli hanno inviato l’immagine del poster dell’evento, ha capito che c’era una vera e propria line up pronta e che partecipava anche Springsteen. Da ragazzo lo vedeva come un “cheesy American”, ma poi ha iniziato a piacergli, a vederlo diversamente.

Parlando di come abbia conosciuto i NOFX, Frank ribadisce più volte di essere sempre stato un grande fan della band fin da ragazzo e circa dieci anni fa, quando sia lui che la band suonavano ad un festival, Matt Skiba avrebbe dovuto essere il chitarrista a sorpresa che suona il finale della canzone The Decline (come da tradizione dei NOFX), ma, al solito, se n’era andato. Quindi restava il dubbio di chi dovesse suonare, e nessuno si rendeva disponibile se non Frank. Per sua stessa ammissione, disse che fu guardato da loro tipo, Chi cazzo è questo?, ma alla fine cedettero e gli chiesero se conosceva gli accordi. In verità, lui sapeva suonare tutte le loro canzoni, ma disse semplicemente che in qualche modo se la sarebbe cavata. Sul palco, poi, cantò anche la parte backing vocals, e fu il primo a farlo nella storia di quella canzone. Da lì nacque un’amicizia e, lo scorso anno, durante un festival in Italia, Frank e i NOFX si ritrovarono a suonare nello stesso posto. Durane l’esibizione di un altro gruppo, Mike gli chiese se volesse essere coinvolto in una split cover, e lui accettò. Quel progetto è proprio West Coast VS Wessex, uscita poco più di un mese fa.

Il cantautore inglese ci tiene a ricordare che Fat Mike e gli altri hanno sempre cercato di farlo sentire un loro pari durante tutta la realizzazione di questo lavoro insieme, ma per Frank non sono mai stati alla pari, perché lui è cresciuto con i loro poster in camera, non il contrario. Pare li percepisca ancora come degli idoli adolescenziali.

Racconta poi brevemente di quando accettò di suonare alla cerimonia di apertura delle olimpiadi del 2012; non fu una cosa molto Punk, ma era un’opportunità che non si poteva rifiutare. Inoltre, si chiedeva se, dopo una cosa del genere, sarebbe diventato una specie di David Bowie per la gente. Ovviamente, ciò non avvenne, ma almeno da quel giorno in poi sua madre smise di chiedergli quando si sarebbe finalmente trovato un lavoro vero. Sicuro, guadagnò qualche fan, ma per il resto pensa che la gente a casa si sia solo chiesta chi fosse quel tizio che cantava e suonava.

Sul finire del video, Frank annuncia anche che avrebbe dovuto essere in California a registrare un nuovo album ora come ora ma, per ovvie ragioni, le cose sono andate diversamente anche sotto questo aspetto, non si è solo perso i tour che aveva in programma.

Johnny e Frank concludono la loro simpatica chiacchierata parlando di bevute. Infatti, tra uno scherzo ed un altro in merito all’accento americano e quello inglese, i due finiscono a parlare di come la birra servita nei pub e nei locali americani sia freddissima rispetto a come si è soliti servirla e consumarla in UK. Frank da giovane pensava fosse solo uno stereotipo ma, dopo aver passato mesi a lavorare negli Sates, si è accorto che è tutto vero e che adora la birra americana. Consapevolezza che gli provoca un po’ di insoddisfazione quando è nel suo paese, ordina da bere e si ritrova una birra più calda di quanto non vorrebbe e che non ha lo stesso sapore che vorrebbe. Comunque, ama il vino ma, soprattutto, la tequila. Era un gran bevitore di whiskey, ma da un po’ questa passione gli è passata, non fa più per lui. Un amico tempo fa gli ha insegnato come bere nella maniera giusta la tequila: prenderne una decente, sorseggiarla, gustarla, senza sale, senza limone, senza mandare giù shot su shot. Ha seguito il consiglio, ed ora bere è un’esperienza diversa. Ovviamente, adora la marca Don Julio 1942 ma, essendo molto costosa, non può di certo permettersi di bere spesso quella tequila.

Riassunto a cura di Rebecca