Probabilmente non sopportate sentirvi raccontare cose da sconosciuti, anche se l’argomento in qualche modo vi interessa. Oppure lo tollerate, ma solo a piccole dosi. Tranquilli, è normale! Siamo nell’epoca in cui tutti si sentono in dovere di parlare di qualunque cosa. Internet è anche questo.
Se nonostante l’esordio di questo post continuerete a leggere vi ringrazio e spero che la mia riflessione possa diventare anche la vostra, in qualche modo.
Quando abbiamo deciso di preparare nuovi approfondimenti per il sito dell’A7X Italia ed è stata buttata giù la lista di possibili argomenti interessanti mi è venuto in mente quando qualche anno fa la nostra Anita fece una nota in pagina per consolare gli utenti che erano rimasti a casa durante un concerto in Italia dei nostri.
Sarò onesta (come mio solito): non ricordo con precisione quel concerto quale fosse in particolare. Forse era nel 2011? O nel 2014? Io ero presente e ricordo di aver letto tutto quanto solo alcune ore dopo ma ho condiviso molte delle cose che aveva scritto perchè come tutti quanti al mondo anche io a mia volta ho dovuto rinunciare ad alcune date. Dei Sevenfold, dei Green Day, dei Linkin Park e di qualunque altra band di cui mi sia davvero importato tanto nella vita.
Mentre scrivo penso, ad esempio, a due show in particolare a cui vorrei essere andata per forza e che, se avessi una macchina del tempo, farei di tutto per vedere. Uno è senz’altro l’ultimo show dei Sevenfold con Jimmy al Sonisphere Festival di Londra e l’altro.. beh, da fan dei Linkin Park, l’I-Day di Monza.
In entrambi i casi ho pensato che fare quel sacrificio economico in quel momento fosse “evitabile” e che avrei “recuperato” al giro successivo. (Ogni tanto mi chiedo anche perchè son così stupida da non aver imparato dal primo errore al punto da averlo replicato. Figuratevi che ero pure a Londra nel giorno del Sonisphere e che avrei anche avuto il biglietto se solo avessi avuto il buonsenso di chiedere un regalo di compleanno anticipato.)
Credetemi, rimpiangere qualcosa anche dopo quasi 10 anni logora il fegato, ma certe volte ce lo meritiamo.
Lo so, l’esempio è senz’altro estremo perchè sto prendendo ad esempio due dei musicisti che più ho amato ed apprezzato nella vita e che sono venuti a mancare… ma la vita non è imprevedibile?
Un musicista può passare a miglior vita o cambiare mestiere, stufarsi della musica o una band può sciogliersi o prendere strade e svolte musicali che non ci piacciono e non riusciamo a condividere. Tutto può accadere, la vita sa tirare scherzi di ogni genere.
Il punto, amici che leggete, è che presa coscienza del fatto che le cose, le situazioni e le persone sono in continuo mutamento e che quindi si vive una volta sola quell’attimo; ogni tanto il sacrificio vale la pena farlo subito senza rimandare ad un domani che non sappiamo se arriverà mai (non per forza per eventi catastrofici ma anche per altri motivi buoni).
Questo ragionamento può essere attuato a qualunque scelta o decisione si debba prendere nella vita ma da devota della musica voglio leggerlo oggi in “chiave concertistica”.
Chiunque abbia assistito ad un concerto sa bene di quale esperienza “mistica” si stia parlando; ascoltare mille volte una canzone registrata in studio ed ascoltarla dal vivo sono due emozioni completamente diverse. Specialmente se la canzone che stai ascoltando è la tua preferita o c’è quella frase che ogni volta ti procura uno strano nodo in gola perchè sembra parlare di te o di una tua esperienza di vita. Immagina di sentirla dal vivo (se non ti è già capitato) ed ecco che la sensazione è amplificata mille volte.
I concerti sono belli per mille motivi, è come entrare in un bellissimo mondo parallelo e una volta varcata la soglia di ingresso nel palazzetto (o parco che sia), come per magia tutti i pensieri, le preoccupazioni e quella che è la vita reale quotidiana sembra fermarsi ed andare in stand-by per la durata dello show. Si tende ad essere più felici, più socievoli, più rilassati e magari anche esaltati.
Certo ci sono concerti che sono meno goduriosi… per me ad esempio lo sono i festival. Sono una persona perennemente stanca e con diversi problemucci di salute per cui un festival equivale ad un grande stress psico-fisico, eppure per la mia band preferita o comunque una delle band a cui tengo di più sono pronta ad affrontare tutto. Spesso mi sono messa alla prova con i festival anche solo per fare qualcosa insieme ad amici e devo dire in tutta onestà che una buona compagnia aiuta a rendere tutto quanto meno pesante e stressante.
Inoltre non tutti i festival poi sono una bolgia infernale come spesso appare dai video montati ad hoc per fare sontuosi recap dell’edizione passata! Anche se in Italia forse dobbiamo ancora lavorarci un po’ su, sanno essere ben organizzati, ci sarà sempre spazio per sedersi o sdraiarsi, ci saranno sempre bagni chimici attorno, bar a sufficienza per le persone che piano piano affluiscono nel parco/autodromo e spesso e volentieri si finisce anche per socializzare con persone simpatiche nell’attesa. Siete asociali? High five amici, potete sempre munirvi di crema solare e approfittarne per prendere un po’ di sole a terra schiacciando un pisolino. E se proprio siete sfortunati e piove (ehy! sono reduce da una tromba d’aria a Mestre e due acquazzoni improvvisi), vivrete scene talmente diverti ed epiche che pure con le mutande completamente zuppe e le scarpe affogate vi farete di quelle risate isteriche che non dimenticherete mai nella vita. Giuro, ripenso a quelle esperienze e rido.
Tornando al curioso mondo dei festival… se sfortuna vuole che vi troviate in uno di quelli super affollati no problem, ci sono sempre alcuni accorgimenti che potete prendere per viverla bene lo stesso. Ad esempio potete sempre arrivare poco prima dell’inizio per evitare file e calca e godervelo da lontano ed in quiete: niente folla, niente spinte, niente fila per defluire a show terminato!
Queste considerazioni ovviamente valgono anche per i palazzetti e per chi ha il timore di aver sbagliato a prendere un biglietto parterre piuttosto che in gradinata. Basta fare un bel respiro e chiedere consigli a chi ha un po’ di esperienza in più e tutto sarà più facile e piacevole. E sarete grati di non esservi fatti scoraggiare dalla paura.
La soluzione c’è per quasi tutte le cose, morte esclusa.
Facile parlare per chi non ha problemi economici, potrà dirmi qualcuno… ebbene no, state leggendo le parole di una persona che sino ad ora non ha mai avuto un impiego ed uno stipendio fisso ma che con un po’ di impegno (e tanto tanto risparmio su cose che ho ritenuto meno importanti PER ME) ha cercato soluzioni economiche per realizzare questi piccoli bisogni. Perchè, per quanto molti non la vedano allo stesso modo, assecondare il desiderio di ascoltare della musica dal vivo o vedere su un palco il proprio idolo è qualcosa che fa bene all’anima, all’umore e combatte lo stress della vita quotidiana. Chiamarli bisogni psicologici per me è più che corretto!
Ci sono moltissimi modi di viaggiare low cost: dalle compagnie aeree con biglietti a prezzi stracciati ai treni che magari ci mettono 13 ore ma a destinazione ci arrivano comunque e con un biglietto abbordabile. Ci sono compagnie di bus a prezzi stracciati ed i più temerari possono anche arrangiarsi con un sacco a pelo in stazione piuttosto che pagarsi l’albergo. Anche prenotare molto tempo prima aiuta a smaltire il costo esoso a volte. Bisogna essere sicurissimi di volerci essere ed avere quel pizzico di incoscienza latente che vi farà vivere una vita più movimentata.
Si, ma i biglietti? Questa è l’unica grande nota dolente visto che aumentano di anno in anno, ma per fortuna ci sono sempre alcune testate musicali che ne hanno alcuni a disposizione e organizzano contest per regalarli. E per quel poco che conta sappiate che anche noi proviamo sempre ad averne qualcuno da regalarvi perchè dopo 10 anni non c’è ancora niente di più bello per me che rileggere la lista delle decine di persone che sono state presenti grazie ad un nostro piccolo aiuto. Non potrà andar sempre bene con i contest, è vero, ma prima o poi la fortuna gira per tutti! E altrimenti ci sono le soluzioni alternative d’emergenza: chiedere ai propri familiari di fare un regalo davvero apprezzato come un biglietto piuttosto che altre cose più superflue o vendere cose che ormai non si utilizzano più ma che possono interessare ad altri. Non la faccio facile, ma ci tengo a ricordarvi che bisogna sempre fare almeno un tentativo prima di rinunciare.
Mi ritengo una persona molto realista, affatto positiva spesso e volentieri, ma ho imparato che volere è potere. Magari non ogni volta, ma spesso funziona. Almeno una volta vedrete che funzionerà.
Quindi giungendo alla conclusione di questa mia riflessione voglio dirvi che il detto “ogni lasciata è persa”, talvolta è vero.
Non fatevi fermare dalle difficoltà, dai costi un po’ elevati che trovate alla prima ricerca, dalla distanza, dal timore dei festival, dalle band di apertura che non vi interessano, dal nome più alto di quello della vostra band preferita nella bill di una data, dai piccoli sacrifici economici che si devono fare per racimolare i soldi per uno show.
Non fatevi prendere dall’ansia degli esami che inizieranno pochi giorni dopo o di quelli che potreste avere due giorni prima! Non sarà il divertimento di un giorno a cancellare tutte le nozioni che conoscete o avete studiato fino a quel momento, rilassatevi, divertitevi, scaricate lo stress! Non rinunciate a vedere la band che vi emoziona solo perchè ci sono impicci o difficoltà tra voi e il concerto. Pensate a quante volte la musica vi ha aiutato, confortato o salvato; pensate a quanto un’esperienza simile vi segnerà per sempre.
Ogni lasciata è persa, signori… non perdete la prossima occasione che vi si presenta 🙂
Giada (2018)